martedì 8 febbraio 2011

La Solitudine

Quale modo migliore per esprimere la solitudine?
Con questo passo secondo me bellissimo di Lucia Etxebarria in "Beatriz e i corpi celesti".
" A 3600 km dalla terra si trova un orbita geostazionaria, sempre nella stessa posizione apparente perche si muove alla velocità della terra: Orbita Cimitero, così viene chiamata, ed è lì che vengono spediti i satelliti al termine della loro vita funzionante. Tutti i satelliti dispongono di una riserva di energia, di modo che, se si presenta un qualche problema, questo rimasuglio di carburante verrà utilizzato per spedirli nella suddetta orbita, dove rimarranno fissi nello spazio senza bisogno di alcun motore che li mantenga al loro posto. In altre parole, per intenderci, i poveri satelliti sono come elefanti che vanno a morire nella loro necropoli collettiva. Non manca di poesia, se ci pensi. Immagina un pò, Bea: enormi rottami la cui funzione principale era la comunicazione, muti, isolati per sempre, circondati da un esercito di rottami simili che a loro volta non potranno mai più stabilire un contatto. Allucinante no?
Pensaci Bea adesso, dopo così tanto tempo. Sono 4 anni che non vedi Monica. Pensa alla solitudine dei satelliti, la solitudine orbitale. Abbandonati dagli esseri che un tempo avevano servito. Dimenticati e freddi. Circondati dal vuoto più desolato e assoluto, nel silenzio gelido dell'universo gelido, coperti da un manto di brina, che ormai non ha più alcuna luce da riflettere. Immobili e dignitosi nel loro glaciale riposo, satelliti defunti, cadaveri esanimi di ferraglia ghiacciata, anticaglie che erano mostri di ferro e d'acciaio e una volta trasmettevano date, informazioni e cifre che nessuno più ricorda. Neppure la forza del ferro sfugge alla desolazione. Ora scollegati, arruginiti, titani che hanno perso la forza, condannati ad un mutismo eterno e ossidato, marcano con rottami un settore deserto. I cavi e le viti finiranno per disintegrarsi anche se probabilmente ci vorranno secoli. Ad ogni modo, pensa quanto poco conta il tempo in un paesaggio cieco, dove ogni minuto è identico a quello successivo, dove a ogni secondo ne segue un altro uguale. Identico, immutabile, un secondo smorzato da un tempo appassito. Orbita cimitero. Solitudine orbitale.
A volte penso, Monica, ovunque tu sia, che a me è successa la stessa cosa. Sono venuta al mondo con una missione: COMUNICARE con altri esseri, scambiare dati, trasmettere. e invece sono rimasta sola, circondata da altri esseri che navigano disorientati attorno a me, in quell'atmosfera rarefatta dall'indifferenza, dall'insensibilità o dalla mera inettitudine, dove una non si aspetta più di essere ascoltata, e tantomeno capita. Attorno a noi girano universi interi, stelle, soli, lune, galassie, meteoriti, grandi costellazioni, nubi di gas e polvere, sistemi planetari, materia interstellare. Persino i rifiuti spaziali. Ma soprattutto, un SILENZIO INSONDABILE che assorbe ogni cosa. Un vuoto enorme e nero, una pace indecifrabile.
Lo so che non dovrei, ma il fatto è che mi sento a milioni di anni luce da qualsiasi segnale di vita, ammesso che ci sia, emesso nei miei paraggi. Sento che sto navigando nell'orbita cimitero."

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